Ottoz Arthur,
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Biografie:
Bergführer
1935 1.Beg.Aiguille Croux-Südostwand „Ottoz-Hurzeler-Führe“,
V+,TD,350 HM,3251m, (Montblancgebiet)
1.Beg.Aiguille Croux-Direkter Ostnordostsporn „Ottoz-Nava“,
300 HM,3251m, (Montblancgebiet)
1939 1.Überschr.Charmoz,3444m – Grépon,V,3482m, (Montblancgebiet)
1940 1.Best.Pyramide du Tacul-Ostgrat,V,250 HM,3468m, (Montblancgebiet)
1948 1.Beg Pic de la Brenva-Südwestwand,V+,D+,500 HM,3269m,
(Tour Ronde Gruppe,Montblancgebiet)
1948 1.Beg.Montblanc-Maudit-Nordostschulter-Ostwand,VI,TD,500 HM, (Montblancgebiet)
1948 1.Beg.Grandes Jorasses „Via Ghiglione“,4208m, (Montblancgebiet)
1950 1.Beg.Aiguille du Géant-Ostwand „Ottoz-Viotto-Führe“,4009m, (Montblancgebiet)
1951 1.Beg.Aiguille de l'Aigle-Nordostgrat,V,D-,1000 HM,(Trélatête-Gruppe,Montblancgebiet)
1954 1.Winterbeg.Montblanc-Brenvaflanke „Sentinelle Rouge”,
48°,III,1300 HM,4807m, (Montblancgebiet)
Gerd Schauer, Isny im Allgäu
in memoria di Arturo Ottoz
Per molti anni Arturo Ottoz è stato il mio compagno di cordata, e scriverne oggi mi riesce particolarmente penoso e difficile, perché, consapevole del Suo valore di uomo, ancor prima che di guida, temo di non riuscire a delinearne in modo ade guato la complessa figura.
Qualcuno ha voluto definire Arturo Ottoz la super-guida: ma tale definizione non mi sembra bastevole a penetrare lo spirito con cui Egli esercitava la nobile professione. Certo Arturo Ottoz era un arrampicatore cl 'eccezione: padronissimo in roccia anche della tecnica artificiale, pur non appartenendo alla generazione dei
giovanissimi, in ghiacciaio era semplicemente inarrivabile: e chi non ha avuto, come me, la ventura di vederlo volteggiare su queli 'infido terreno, non può neppure immaginare quale livello di perfezione avesse raggiunto la Sua tecnica, armonica ed equilibrata fusione di eleganza e di forza. :Ma pur aggiungendo a queste doti prudenza e coraggio, intuito e ponderazione, intelligenza e forza, calma e decisione, non si è ancora messo in luce l'aspetto più saliente della Sua figura di guida: perché Arturo Ottoz, alpinista di professione, era tuttavia animato da spirito dilettantistico.
Prototipo della guida moderna non amava percorrere le vie normali: preferiva le ascensioni, come Egli stesso era solito dire, divertenti. In trent 'anni di ininterrotta attività poche volte ha salito il Monte Bianco per le vie facili: era troppo faticoso ... non vi sembrano, queste, parole di un accademico dell 'ultima leva? Anche per tale concezione dell 'alpinismo, eccezionalissima in una guida, oltre che, naturalmente, per la qu~lità e quantità delle Sue imprese, Arturo Ottoz venne chiamato a far parte del Groupe Haute :Montagne, onore che tocca a ben pochi.
J;Ia Arturo Ottoz non è tutto qui. Egli non è solo la guida fortissima e appassionata: questo è soltanto un aspetto, anche se rilevante, della Sua personalità. Altre qualità, più sostanziali, distinguono l'uomo. Distaccato e freddo soltanto in apparenza, in realtà sensibile e generoso, Egli era sempre pronto ad aiutare gli altri, anche se nella certezza di non venire neppure ringraziato: e molti devono ad Arturo Ottoz la vita, e molti il conforto di avere almeno le spoglie dei propri morti. Di un 'intelligenza notevole, lontano dalla mentalità del classico montanaro il cui interesse non va oltre la propria valle, vedeva i problemi da un punto di vista che non sarebbe azzardato definire universale, lasciando alcune volte interdette con acute osservazioni persone di cultura superiore alla Sua. Apparentemente chiuso in sé, silenzioso e timido, una volta entrato in confidenza diventava loquace: ed era
conversatore arguto, dalla battuta pronta e calzante, dalla proprietà di linguaggio stupefacente, capace di condurre un discorso per un pomeriggio intero e, soprattutto, di interessare piacevolmente chi lo ascoltava. Nella Sua estrema modestia e semplicità non amava parlare delle Sue imprese alpinistiche; per contro djscorreva
volentieri di caccia, ed allora raccontava, con la pitl ingenua naturalezza, storie vere che sembravano fantastiche: storie di camosci, di marmotte, di martore, di volpi, di aquile, di tutti quegli animali le cui abitudini di vita egli conosceva come nessun altro. Certo più della montagna questa attività Lo appassionava: e il calore
che animava il Suo discorrere, solitamente pacato e tranquillo, lo faceva chiaramente intendere. Caccia e montagna: un « mago }) jn entrambe, come L 'ho sentito definire con convinta ammirazione da Sergio Viotto. Un « mago » perché nelle pitI impensate situazionj, volta a volta tragiche o semplicemente imbarazzanti, sapeva trovare in un attimo la soluzione più impensata, ma al tempo stesso migliore.
Pur non avendo conosciuto a fondo Arturo Ottoz nell 'indmità della famiglia, so tuttavia delI'amore che Egli portava a Luigina e Olivier, i slloi bambini di quattro e due anni; e questo affetto traspariva dali 'orgoglio e dalla fierezza con cui parlava del loro eccezionale sviluppo fisico e intellettuale. L'amore e la cura che Egli aveva per la propria casa e il sorriso che ho sempre visto sul volto di Eugenia, la Sua giovane moglie, sono le prove sicure che anche la Sua vita in famiglia trascorreva perfettamente serena.
E l'imponente, sincera manifestazione di cordoglio che j Suoi compaesani Gli hanno tributato in quelle tragiche giornate, conferma, come cento altri episodi che potrei raccontare, il valore dell 'uomo: non solo, ma dimostra quanto questo valore fosse stato compreso e apprezzato.
Fra qualche mese tornerò in montagna; mi legherò ancora ad una corda; riprenderò i consueti movimenti; avrò un compagno: ma sia esso il pitl forte degli alpinisti o il meno abile dei principianti, quello che non avrò pill sarà il /J/io compagJlo di cordata, lontano da me magari quaranta metri, eppure così vicino. E questo, pensare; è terribile, per sempre. Dal ' 7 agosto 1956, da quanclo una valanga di seracchi travolse, sulla Via Major del Monte Bianco, Arturo Ottoz, Guida di Courmayeur.
PIERO NAVA
Quelle: CAI Bergamo Annuario 1956, Seite 69-70
Gestorben am:
17.08.1956